La crisi della repubblica
La società romana dopo le guerre puniche
Personaggi che hanno ottenuto prestigio militare e ricchezze
si scontrano con il potere oligarchico detenuto dall’aristocrazia senatoria. Scipione
l’Africano è il primo esempio di individuo che ha un legame privilegiato con
settori del popolo e, di conseguenza, dell’esercito. Il fenomeno
dell’accresciuto potere dei singoli si accentuerà nell’evoluzione del governo
romano. Dopo le guerre puniche si affermano dunque forti poteri personali, in
aperta concorrenza con lo stato. Il
potere a Roma era ancora in mano all'antica nobiltà patrizia i cui membri si
contendevano le più importanti magistrature. Gli optimates, proprietari terrieri, difendevano lo status quo, cioè si opponevano a
qualsiasi cambiamento. Anche il contatto con le evolute civiltà orientali, in
particolare quella greca, provoca accese discussioni nella società romana. Roma
e le sue province erano governate da poche decine di famiglie aristocratiche,
la cui mentalità era molto conservatrice e stentava a distaccarsi dal mos maiorum,
cioè il costume degli antenati. Gli optimates
trascuravano inoltre le tensioni sociali dovute alla povertà di vasti
strati della popolazione. I populares sostenevano
l’attenzione verso tali problemi come strumento per rafforzare lo stato e non come strategia rivoluzionaria per
sovvertirlo.
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