lunedì 4 febbraio 2013

La società romana dopo le guerre puniche


La crisi della repubblica
La società romana dopo le guerre puniche

 Dopo le guerre puniche la società romana muta rapidamente. Roma cessa di essere uno stato arcaico e contadino e diviene, nel corso di un'unica generazione, la superpotenza dell'area mediterranea.

Personaggi che hanno ottenuto prestigio militare e ricchezze si scontrano con il potere oligarchico detenuto dall’aristocrazia senatoria. Scipione l’Africano è il primo esempio di individuo che ha un legame privilegiato con settori del popolo e, di conseguenza, dell’esercito. Il fenomeno dell’accresciuto potere dei singoli si accentuerà nell’evoluzione del governo romano. Dopo le guerre puniche si affermano dunque forti poteri personali, in aperta concorrenza con lo stato.  Il potere a Roma era ancora in mano all'antica nobiltà patrizia i cui membri si contendevano le più importanti magistrature. Gli optimates, proprietari terrieri, difendevano lo status quo, cioè si opponevano a qualsiasi cambiamento. Anche il contatto con le evolute civiltà orientali, in particolare quella greca, provoca accese discussioni nella società romana. Roma e le sue province erano governate da poche decine di famiglie aristocratiche, la cui mentalità era molto conservatrice e stentava a distaccarsi dal mos maiorum, cioè il costume degli antenati. Gli optimates trascuravano inoltre le tensioni sociali dovute alla povertà di vasti strati della popolazione. I populares sostenevano l’attenzione verso tali problemi come strumento per rafforzare lo stato  e non come strategia rivoluzionaria per sovvertirlo.

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